Dumping salariale parrucchieri svizzeri: un problema da risolvere
Oggi desideriamo fare luce su una questione a noi molto a cuore: il problema del dumping salariale presso i parrucchieri in Svizzera e Ticino.
A comunicarlo l’associazione Coiffure Suisse e i sindacati Unia e Syna: come riportato questa mattina da laRegione e Corriere del Ticino, dai 200 controlli effettuati sul territorio nazionale è emerso che il 55% degli esercizi opera violazioni; mentre dei 38 saloni ispezionati in Ticino, 8 – il 31% – presentano dei casi di dumping salariale.
Cifre sbalorditive, soprattutto se si pensa che l’importo non corrisposto ammonta al doppio rispetto ai territori oltre Gottardo: circa 1640 franchi al mese, più del 40% del salario minimo attribuibile a un dipendente non qualificato, 734 franchi in media.
Insomma quello del dumping salariale parrucchieri svizzeri è un problema reale e diffuso.
Ma ci sono altre informazioni chiave sull’argomento, evidenziate dalle due testate giornalistiche.
Da tali dati è derivata la decisione di intensificare i controlli. Oltre ai 200 ordinari, infatti, sono previste 250 ispezioni a sorpresa, soluzione che già in passato si è rivelata particolarmente efficace per individuare qualsiasi irregolarità.
A tal proposito, Giangiorgio Gargantini, responsabile del terzo settore per Unia, ha dichiarato che: “I controlli non annunciati, insieme alla possibilità di intervenire sui finti indipendenti e di verificare gli standard per tutti, inclusi i lavoratori non qualificati, permettono di monitorare con più efficacia la situazione”.
Nella stessa direzione agisce del resto anche il nuovo Cd per parrucchieri che impiegano dipendenti, dichiarato vincolante dal Consiglio federale e in vigore da un anno, che in Ticino riguarda 218 saloni su 381. Tale provvedimento fissa a 4000 franchi il salario minimo mensile per dipendenti con formazione riconosciuta e almeno 5 anni di esperienza, e a 3800 franchi per chi, invece, non possiede formazione o attestati riconosciuti in Svizzera. Più stretti anche i criteri che riguardano i falsi indipendenti, coloro, cioè, che vengono dichiarati autonomi ma che in realtà prestano lavoro al servizio del titolare.
Davide Bianco, presidente Coiffure Suisse Ticino, ci tiene a sottolineare la sua posizione a riguardo: “Mi auguro che i controlli contribuiscano a regolarizzare il settore, in particolare rispetto al fenomeno dell’affitto sedie, per agevolare l’impegno e l’ingresso di neodiplomati, oltre a permettere una concorrenza leale”.
Per il momento non ci resta che confidare in interventi efficaci e tempestivi e attendere ulteriori sviluppi.
Noi di Coiffure Suisse Ticino continueremo a cercare di far luce sulla faccenda e a tenevi informati.